Comune di Castroreale

Comune di Castroreale

 

La città di Castroreale ubicata sui monti Peloritani, è arroccata sulla collina dal nome Colle Torace, a 394 m. di altitudine tra le vallate del Patrì e del Longano che scorrono lungo i fianchi del costone.

L’importanza strategica di Castroreale fu marcata fin dai tempi della sua fondazione che pare risalire ad epoca preistorica. Identificata dagli storici con l’antica città sicania di Krastos e con la leggendaria Artemisia, affiora con certezza alle vicende della storia Siciliana a partire dall’età Normanno-Sveva.

Nel 1092 essa fu data in feudo da Ruggero I a Goffredo Borrello, ma il suo periodo di maggiore splendore iniziò nel 1324 quando Federico II° d’Aragona, per premiare la fedeltà dimostratagli durante la lotta contro gli Angioini, ordinò la ricostruzione del vecchio Castello, fondò il “Castro” cui fu aggiunto in seguito l’appellativo di “Reale”.

La massima espansione economica ed urbanistica si verificò nei secoli XIV° e XVI° quando la città, cinta da un doppio ordine di mura, si sviluppò sul triplice crinale che si irradia dalla rocca del Castello, assumendo una conformazione precisa e suggestiva. Rimangono ancora diverse testimonianze architettoniche molto pregevoli e l’impianto urbanistico generale, marcato nei suoi rapporti con le caratteristiche orografiche e paesaggistiche.

Rimasta sempre città demaniale e posta a capo di un vasto territorio, ottenne dai vari sovrani una serie di privilegi che le consentirono una discreta floridezza economica alla quale certamente non fu estranea, fino alla fine del secolo XV la presenza di una numerosa ed attiva comunità ebraica.

Castroreale presenta oggi un aspetto dignitoso ed accattivante anche per merito dei vari Amministratori che hanno cercato in modo particolare di salvaguardare le caratteristiche del centro storico.

Monumenti esistenti

Fra i monumenti sopravvissuti ai numerosi eventi sismici, che nel corso dei secoli hanno sensibilmente alterato l’assetto urbanistico della cittadina, meritano di essere ricordati:

1.             La Torre di Federico II°, unico avanzo del Castello Aragonese fondato nel 1324, caratterizzato all’esterno da una graziosa porticina ogivale e all’interno, dalla robusta volta costolonata;

2.             La Chiesa del SS. Salvatore, eretta verso la fine del ‘400 su precedenti strutture di tradizione Araba del sec. XII°-XIII° e contenente un pregevole altare marmoreo del messinese Antonino Amato (1803);

3.             La Chiesa della Candelora, (sec. XV) col suo portalino di tipo durazzesco e la cupoletta ancora memore di tipologie musulmane, nella cui abside troneggia una sontuosa macchina barocca in legno intarsiato e indorato;

4.             La Chiesa di S. Marina, che ingloba in un contesto architettonico cinquecentesco elementi di epoca normanna e conserva al suo interno interessanti esempi di decorazione barocca;

5.             La Chiesa di S.Maria degli Angeli, deposito di pregevoli opere di pittura e di scultura, fra le quali un polittico della bottega napoletana di Giovan Filippo Criscuolo, un trittico di scuola fiamminga del ‘500, una statua della vergine di Antonello Freri (1510) e un S Giovanni Battista di Andrea Calamech;

6.             La Chiesa di S. Agata, ampiamente rimaneggiata nel 1857, custodisce, oltre alla devozionale immagine del “Cristo Lungo”, una bellissima Annunciazione di Antonello Gagini (1519), una S. Lucia del 1546, una S. Agata del Montorsoli (1555) e una Madonna di Michelangelo Naccherino (1601);

7.             La Chiesa Madre dedicata all’Assunta ed eretta nei primi decenni del sec. XVII conserva sugli altari delle cappelle laterali in pietra grigia, di sobrio disegno manieristico, quattro pale dipinte da Francesco Cardillo (Pietà e storie della passione) e da Filippo Jannelli (Madonna del Rosario e Santi, Madonna dell’Agonizzante, Anime del Purgatorio) e otto statue marmoree raffiguranti: Santa Maria di Gesù (1501), S. Caterina (1534), entrambe di A. Gagini; Madonna di Loreto, di F. Molinaro; S. Giacomo di A. Calamech; S. Pietro (1586) attrbuito a R. Bonanno; ignoto manierista del S. Antonio da Padova (1630), di tarda scuola gaginesca; S. Tommaso, del 1607, S. Liberale, di ignoto del 1606.

Pregevoli opere dei secoli XVI, XVII e XVIII sono anche le quattro acquasantiere, il fonte battesimale, il pergamo, l’altare maggiore, il coro ligneo posto nell’abside e la cantoria sulla controfacciata, al di sopra della porta principale, nonchè il grande portale meridionale e quello orientale.

Belle costruzioni cinquecentesche sono infine la Torre Campanaria del Duomo (1518) e la Torre Campanaria del SS. Salvatore (1560). Ai primi del Sec. XIX risale la Porta Raineri, sull’antica strada di S. Marco.

Nei locali dell’ex Oratorio dei PP. Filippini, recentemente ristrutturati, è ubicato il museo civico, in cui sono esposti interessanti opere di scultura, pittura e arti decorative provenienti da chiese di Castroreale nonchè la Biblioteca comunale con un patrimonio di circa 20.000 libri, ed inoltre vi è la Pinacoteca Castrense e l’Archivio Storico Comunale e Parrocchiale. Nella frazione Protonotaro, su una rocca protesa sul fiume Patrì, sorge il Castello dei Baroni di quel feudo, di epoca anteriore al 1500, oggi sede un famoso ritrovo. L’imponente struttura conserva due arcate, una cisterna medievale e le cantine.

Le altre potenzialità che vengono offerte dal territorio di Castroreale sono le seguenti:

•              Alberghi e luoghi di ristoro: Ostello della Gioventù, n. 3 ristoranti;

•              Prodotti tipici locali: vino, olio, ricotta fresca o infornata, formaggio pecorino, pane casereccio in forno a legna;

•              Specialità gastronomiche: Maccheroni confezionati in casa “I maccarruni i casa”, biscotti locali “biscotti castriciani o d’a badissa”, specialità tipica del Natale è “u risu niru” e del carnevale “i fravioli”;

•              Artigianato e produzioni locali: Lavorazione del legno (fiaschi, maschere, mortai e lavori di intaglio), lavorazione della verga e delle canne (cesti, panieri e “cannizzi”);

•              Tradizioni popolari: festa della Candelora (2 febbraio), festa del Cristo lungo (23-25 Agosto) é fra le più emozionanti e suggestive della provincia di Messina già praticata nel XVI secolo e documentata dal XVIII, festa di S. Domenica nella fraz. Prrotonotaro (2° Domenica di Novembre), festa S.Carlo Borromeo nella frazione Bafia (4 Novembre), Sagra dei biscotti (nei mesi estivi);

Opifici dismessi: Valle dei mulini del Crizzina del S. Gaetano e Valle del Patrì.